Subito il più fasullo dei gol, con fallo sul difensore e palla che esce dal terreno di gioco, il Cagliari parte lancia in resta e ribalta l’antagonista di circostanza, quel Bologna che viaggia in alta quota (sesto posto) e che all’andata vinse con oggettiva fortuna, complice l’erroraccio di un portiere forte ma sul quale s’è abbattuta quest’anno una super dose di sfortuna. I tre punti arrivano al termine d’una settimana incorniciata da frasi-piagnisteo legate all’assenza di attaccanti e da pronostici favorevoli ai felsinei. Invece si vince, contro tutto e tutti. Invece arriva il gol di Petagna, che fa a sportellate con chiunque e resta sempre lucido, pure quando uno come lui, certo non velocista, s’insinua nella retroguardia degli emiliani per depositare in rete il gol del momentaneo pareggio.
Non delude il Cagliari, che aveva ricevuto non poche critiche dopo il pareggio interno con l’Empoli, e nella ripresa sorpassa i bolognesi con la giocata di Wieteska, che vale il costo del biglietto, perché uno stop come il suo l’ho visto fare solo a Messi. Poi che la palla entri nella porta avversaria grazie alla dabbenaggine di Calafiori importa poco, quel fermare la sfera come ha fatto il polacco meriterebbe d’essere mostrato nelle scuole calcio. Ranieri, consueto signore, al termine della gara plaude il Bologna e restituisce dignità al dio pallone mentre da altre parti si punta il dito accusatorio contro la classe arbitrale. Lui neanche accenna al gol di Orsolini, e conoscendolo c’è la netta sensazione che anche se il Cagliari avesse perso non avrebbe fatto riferimento alla doppia svista arbitrale. Lui neanche accenna al fatto che in più dì una occasione l’arbitro fischia a senso unico. Lui, il signor Claudio, è la garanzia.