TONARA, Deborah Castangia e la sua Terra Promessa: “L’agricoltura è futuro”


Barbagia, terra d’incanto ed innumerevoli potenzialità, ma anche guerriera ferita dall’inarrestabile emigrazione giovanile verso altre zone dell’isola, il “Continente” e l’estero. A darne una conferma, gli inquietanti dati statistici per il 2018 che parlano di oltre 3500 nuove leve partite dalla Sardegna.

Numeri allarmanti insomma, che svuotano un territorio periferico e di per se già penalizzato, della migliore gioventù, vittima del gravoso peso della crisi economica.

Ma c’è, tuttavia, chi di arrendersi, non vuole proprio sentirne parlarne e con tenacia decide di combattere per un futuro nelle inconfondibili falde del Gennargentu. E da Tonara, patria del torrone e storici commercianti viandanti, l’esempio di Deborah Castangia, giovanissima imprenditrice agricola 24 enne.

Una storia, la sua, che lega l’amore per il territorio alla grande passione per la terra e i suoi frutti.  Già prima del diploma all’istituto agrario di Sorgono, avvenuto nel 2015, l’idea di fare della terra il proprio domani.

“Duranti gli studi – spiega Deborah effettuavo periodicamente dei corsi in materia agricola utili a formarmi sul campo, aiutandomi ad approfondire questa mia grande passione. E così dopo essermi diplomata e aver atteso un anno per la domanda di primo insediamento, nel 2017 l’inizio di questa straordinaria avventura, con l’acquisto di un appezzamento a pochi chilometri dall’abitato.”

Molto più che due ettari di castagneto, quelli in località “Curatore”,  ma un vero e proprio eden del prodotto di punta, i “marroni“. Non mancano noci e nocciole che completano la produzione di quel sogno diventato realtà: l’azienda agricola “Terra Promessa”, il cui nome ha un significato profondo.

“Da grande fan di Eros Rammazzotti – prosegue Deborah ho visto nel testo dell’omonima canzone, la condizione problematica mia e di tutti gli altri giovani. Una volta concluso il percorso scolastico, infatti,  ci si scontra con un mercato del lavoro arduo, dove trovare un’occupazione è difficile, specialmente nelle zone interne, in cui aumenta lo spopolamento.”

“Ma nella terra – aggiunge – risiede quella speranza, nonchè opportunità per i ragazzi, partendo dalle risorse che ci offre la natura. Grazie a queste possiamo valorizzare la Barbagia e il prodotto, dando una risposta all’emigrazione”

A rendere unico “L’ufficio di Deborah” una lavorazione e raccolta interamente manuali, ma con uno sguardo già proiettato sui prossimi anni:

“Credo nell’innovazione, per questo spero che, prossimamente, attraverso appositi finanziamenti, possa introdurre nuove tecniche di coltivazione al passo con i tempi. In chiave presente e futura, non punto sulla quantità ma sulla qualità, creando così delle specificità a chilometro zero “

Insomma, una vera e propria nicchia d’eccellenza, con una vendita diretta del prodotto sfuso, su scala regionale e non solo, anche attraverso delle apposite spedizioni.

A stupire è la maturità di questa piccola wonder woman de’noantri, capace di andar ben oltre il lavoro in azienda: di recente l’iscrizione alla facoltà di Scienze Forestali a Nuoro e da due anni, l’impegno come delegata provinciale di Coldiretti giovani impresa.

“Amo ciò che faccio – precisa con orgoglio – ho deciso di tornare sui libri per conoscere meglio l’ambito in cui opero, migliorando le competenze utili al proseguo di questo cammino. Così come è un onore offrire il mio contributo nell’associazione di categoria, al fianco di tanti ragazzi.”

Parole entusiaste che scorrono veloci, tra un caffè al bar del paese, dettate comunque da un’idea cardine:

“Punto a coinvolgere quanti più giovani nel mio progetto, muovendoli dall’idea che si può creare economica e vivere nei nostri centri, prendendo in mano ciò che l’ambiente circostante ci offre. Anche dopo aver maturato esperienze altrove, mettendo qua in pratica il proprio bagaglio.”

Il treno per il futuro è già partito, con una giovane protagonista di cui sentiremo ancora parlare.

Giorgio Ignazio Onano

©Sardegnatavola

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