Grande Cagliari! e ora lo stadio_di Mimmo Politanò

Congratulazioni al popolo sardo! Con la vittoria sul Sassuolo il Cagliari è matematicamente salvo e resta in serie A! Tutti quelli che amiamo la squadra siamo felici per il raggiungimento di tale traguardo, ma non possiamo negare, d’aver sofferto, spesso, durante il campionato.

La Sardegna, senza dubbio, merita la serie superiore. Un popolo simile, deve avere però, innanzitutto, uno stadio moderno e funzionale, che gli consenta di gareggiare alla pari contro le solite grandi del campionato, non soltanto sul prato verde, ma in ogni aspetto inerente ai bisogni, apparentemente secondari, ma concretamente ‘primari’ che uno stadio di calcio contemporaneo deve avere. Perché il calcio è sì, il più bel gioco del mondo, ma è più di ogni altra cosa, un fenomeno sociale, dal quale, non si può prescindere.    

La burocrazia italiana, di solito, è uno strumento in mano elle elite dominanti, che impongono i ‘loro’ tempi, e oserei dire, il loro straripante potere. Sanno di fare del male all’economia del club e al popolo non solo calcistico, bloccando, o rallentando, documentazioni necessarie, presumo, all’inizio dei lavori veri e propri. E appunto per questo insistono nel creare resistenze legali alla messa in opera della struttura architettonica, che senza dubbio metterebbe in condizione la società di potersi giocare i primi posti in classifica, magari un nuovo scudetto, e non solo di dover lottare col cuore in gola fino all’ultimo secondo, per la salvezza.

L’indotto economico di uno stadio adeguato non può non essere considerato, se la politica sarda  è sana  e  davvero  ambisce a una squadra competitiva e rispetta il popolo. Penso che il presidente Giulini, sia capace e riuscirà a ottenere il ‘via’ per creare economia e bellezza e non far perdurare la distruttività e la tetra visione di fantasmi decadenti, che fanno male non solo agli occhi, ma al cuore e alla psiche.

Riguardo il mister Ranieri devo ammettere quel che  già si sa: che ha stregato me e molti altri tifosi. Quel suo viso da persona perbene lo ha fatto entrare nelle nostre anime e restarci come un famigliare.

Per quel che concerne i calciatori, mi congratulo con loro! Non escludo nessuno. Ce l’hanno messa tutta. Ognuno ha dato ciò che aveva da dare. Potenzialmente, ogni singolo, ha un alto margine di miglioramento.

Mi auguro che la società aumenti la consapevolezza del proprio valore qui e ora, e lavori in funzione di essa, e nel medesimo istante, mi auguro che mantenga l’umiltà socratica quotidiana, che rende mitici ed esemplari certi uomini.

Ad maiora semper Casteddu

Vedi anche

Transizione ecologica o devastazione ecologica? _di Stefano Lavra

Con questo slogan che funge da foglia di fico, da specchietto per le allodole, si …