Giovani e alimentazione, c’era una volta la buona tavola_di Fabio Salis

Negli ultimi decenni sono sensibilmente cambiate le abitudini alimentari: i più giovani, e non solo, prediligono sempre di più i cosiddetti “cibi preconfezionati” o, in alternativa, preferiscono consumare i propri pasti della giornata nei fast food e nei locali “all you can eat”, piuttosto che scegliere i ristoranti e le locande in cui vengono preparati piatti tipici del proprio territorio.

Viviamo in un momento storico in cui in tanti abbandonano la dieta mediterranea e il tempo dedicato al momento della preparazione del pasto diminuisce in maniera sempre più repentina, con conseguenti ricadute negative sulla salute. Questo discorso vale anche per molti giovani cagliaritani: come mai preferiscono il cosiddetto cibo “spazzatura”? Qual è invece il rapporto che hanno instaurato con la cucina tradizionale sarda?

I ritmi di vita sempre più frenetici non sono un fattore che viene in aiuto: i genitori stanno lontani per tante ore dai propri figli anche durante la pausa pranzo e quindi viene a mancare per loro un punto di riferimento in termini di educazione alimentare, che a loro volta invece i genitori avevano ricevuto dai propri antenati. Dall’altra parte i giovani, soprattutto i lavoratori e gli studenti universitari, hanno poco tempo a disposizione per dedicarsi alla preparazione dei pasti giornalieri e spesso sono costretti a mangiare cibi precotti e surgelati oppure ripiegano direttamente sui fast food.

Un altro punto non secondario è senza dubbio quello economico: la crisi degli ultimi anni ha impoverito le tasche dei cittadini e soprattutto i giovani fanno fatica a trovare un posto di lavoro che possa garantire loro una certa autonomia, aspetto che si riflette anche sul cibo da portare a tavola. Si preferisce puntare sul cibo “usa e getta”, molto più economico rispetto ai prodotti tipici.

Il Mercato di San Benedetto che dal 1957 è diventato il punto di riferimento per la spesa dei cagliaritani e una delle roccaforti dei prodotti tipici lo è ancora anche per i più giovani?

Appena si varca l’entrata e si giunge nella zona dei banchi del pescato, trovare giovani sotto i trentacinque anni che fanno la spesa è quasi impossibile. Il pescivendolo Daniele Spagnoletti ci conferma il fatto che ormai la tendenza giovanile non è più quella di andare a comprare i prodotti tipici al mercato: “sono pochi i giovani che comprano il pescato, perché ormai sono abituati a mangiare prodotti già pronti acquistati al supermercato ed è difficile trovare quelli che hanno il tempo di cimentarsi con la cucina.”

Sempre tra le fila dei banchi del pescato, il signor Spiga esprime un suo parere: “qui di giovani non se ne vedono. Superata questa generazione, sarà molto difficile trovare clienti anche perché le madri di oggi lavorano quasi tutte e il tempo per cucinare è drasticamente ridotto. I mercati dovrebbero adeguarsi alla modernità e creare spazi dove si cucina e dedicati ad attività che possano attirare i giovani.”

Secondo il pescivendolo Alessio Boi, alcuni giovani vengono a comprare, ma quasi esclusivamente il sabato: “ormai le abitudini sono cambiate: nessuno mangia più il pesce di un tempo, vanno soltanto le orate, le spigole e i gamberi che vengono mangiati assieme al sushi. Le tradizioni culinarie cagliaritane si stanno perdendo.”

Spostandosi al banco dei formaggi e dei salumi la situazione non cambia relativamente. La signora Gabriella Orrù al banco dei formaggi dichiara: “i pochi giovani che entrano sono soprattutto turisti o studenti Erasmus, che vengono ad assaggiare i formaggi tipici della città. I giovani cagliaritani purtroppo stanno perdendo l’abitudine di comprare i prodotti tipici della nostra città.”

Si sa, è di voga tra i giovani cagliaritani andare a mangiare dal Mc Donald’s, oppure gustarsi un kebab in centro o un panino nei “caddozzoni” del Lungomare Poetto. Tuttavia in città e nell’hinterland ci sono anche dei posti frequentati dai giovani in cui, senza spendere prezzi impossibili, si possono gustare dei piatti tipici molto buoni: lo stabilimento “Le Palmette” del Lungomare Poetto è un esempio in questo senso, in virtù del fatto che vengono proposti dei piatti molto genuini soprattutto a base di mare. Anche il ristorante pizzeria “Ricciomania” in Viale Poetto a Cagliari propone piatti della cucina di mare, sia classici che moderni, adatti ai gusti di tutti. Un altro posto molto interessante è il “Ritual Caffè” nel Quartiere Castello, locale suggestivo in cui si possono assaggiare taglieri di salumi e formaggi, antipasti misti, culurgiones, spaghetti alla bottarga, ravioli e specialità di terra. C’è inoltre l’Inu Sardinian Wine Bar, un locale moderno ubicato nel centro di Cagliari, specializzato in soli prodotti tipici della Sardegna e che propone un’ampia scelta di taglieri con salumi e formaggi, pane tipico, dolci tipici, una selezione di vini  e birre artigianali da gustare durante l’aperitivo o per la cena.

All Marina molto gettonati Su Cumbidu, Sa Schironada e L’Osteria Paradiso.

Nell’hinterland, in Viale Europa a Quartu, il ristorante “Sa Baracca” è l’ideale per mangiare del pesce fresco di stagione, la zuppa di pesce, gli spaghetti ai ricci di mare e anche piatti di carne. Sempre a Quartu, in Viale Marconi, “La Cozzeria di Arborea” è un locale di tendenza tra i giovani che amano mangiare un piatto di cozze, ostriche oppure fritture miste con menù fissi a prezzi convenienti.

La città di Cagliari è conosciuta in tutto il mondo, oltre che per la bellezza del mare, anche per la straordinaria bontà del cibo e dei piatti tipici. Un patrimonio che va difeso e preservato attraverso una corretta educazione e cultura.

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