Viaggio in Sud Africa: tra oro, platino e fughe rocambolesche_di Gaetano Ranieri

Il sogno di ogni ingegnere minerario è quello visitare il Sud Africa, dove le miniere sono estreme , di almeno un ordine in più per profondità di coltivazione, di volume di roccia estratta e di valore economico, dove la vita è estrema per i pericoli prodotti dell’apartheid e dell’odio razziale e della rivalsa di razze. Il Paese dei cinque BIG : leoni , bufali; elefanti, leopardi, rinoceronti. I tanti parchi naturali, su tutti il Kruger , il fascino del deserto del Kalahari , Il mare di Città del Capo e di Capo di Buona Speranza

                  Il primo sogno che accarezza l’ingegnere minerario è quello di vedere le miniere d’oro del Witswathersrand a Johannesbourg, e il famoso camino vulcanico di Kimberly regno dei diamanti. Miniere profonde anche 3500 metri 

                  All’epoca in cui ero direttore del Dipartimento di Georisorse e Territorio del Politecnico di Torino, proprio allo scadere del mio mandato, diedi a Marilena Cardu docente di impianti minerari, l’incarico di formare un gruppo per visitare quelle miniere (a proprie spese) . Una delegazione ufficiale di docenti e dottorandi del Politecnico, che volevano fare vacanza inseguendo il loro sogno.

                  Partiamo in otto , a Novembre, quando ormai faccio parte di un’altra Università, quella di Cagliari. Parto dieci giorni dopo aver rimesso piede a Casa, lasciando moglie e figlia, motivo primo del mio trasferimento a Cagliari.

                  Oltre me , gli amici e colleghi Mauro, Gianni, Federico, naturalmente Marilena e i dottorandi Filippo, Riccardo  e Paolo. 

                  Un viaggio di 10 ore ci porta a Johannesburg. Attraversiamo tutta l’Africa, ma di notte e con finestrini chiusi, quindi senza vedere nulla. Durante il viaggio ho un mancamento ma riesco a superarlo con l’aiuto di una solerte hostess, preoccupata che non fosse a causa del cibo (lo era). 

                  Ci dirigiamo all’Hotel a due chilometri dal centro della città. Lo troviamo blindato e protetto da una guardia con il fucile spianato. Un cartello ci avverte di non lasciare oggetti preziosi e denaro nella stanza. Ognuno di noi porta più di un milione di lire. Decidiamo, dopo un riposo di qualche ora, di andare al centro città, a piedi.

                  Prima telefono a mia moglie. Sto bene!

                  Arriviamo al centro di Johannesburg.

                  Io e Mauro stiamo in retroguardia, mentre i giovani si precipitano verso l’area dello shopping.                   Preoccupato, faccio notare a Mauro che non ci sono bianchi in giro. Saranno a Durban al mare per il week end!  Può essere …ma per prudenza adocchio e memorizzo  un posto di Taxi e soprattutto l’Holiday Inn, un Hotel occidentale, mentre entrambi continuiamo a tener d’occhio i ragazzi. Sentiamo due fischi prolungati e vediamo due atletici neri che ci superano di corsa. Acceleriamo e vediamo che si sono avventati contro Filippo che è a terra, con una mano nella tasca posteriore dei pantaloni, pronto a dare i suoi averi e  cerca di difendersi dai due che gli sferrano calci perché lo credono pronto a tirar fuori la pistola. Mauro senza pensarci su si avventa su uno dei due mentre io faccio in tempo a colpire con una spallata l’altro che mi dava le spalle. Inciampano sulle gambe di Filippo e cadendo mostrano dei coltelli lunghi oltre 20 centimetri. 

                  Scappate! grida Filippo. 

                  A sinistra Riccardo è preso per le collottole da un altro nero, ma scappa quando questo si distrae, mentre Marilena e gli altri si danno subito a gambe levate. Ci infiliamo tra la folla di uomini e donne colorati ma  tutti neri. 

Grido: seguitemi, andiamo verso l’Holiday Inn! Arriviamo trafelati alla reception.  

Chiami la Polizia! gridiamo, siamo stati assaliti. 

Con tutta calma l’addetto ci chiede: quanti morti o feriti ?  

Nessuno per fortuna! Niente polizia. 

Ma, vedendoci agitati  ci offre un thè e ci chiama due taxi “sicuri”, con una guardia armata. Venti minuti dopo siamo in Hotel. Sono passate 6 ore dal nostro arrivo. Non ceniamo e stiamo raggruppati in due stanze. 

L’indomani avremmo avuto l’ìncontro con la nostra guida Kaby Katombas Kabongo l’unico professore nero della prestigiosa università Witswatersrand, per giunta del Ruanda, di etnia odiata anche dai neri sudafricani.

 Telefono nuovamente a Mia moglie . Sto bene!

L’UNIVERSITÀ 

Johannesburg  Residence della Witswatersrand University

Il residence Universitario è una palazzina sobria in un vago stile vittoriano, senza un vero pregio. Le stanze sono però spaziose e dignitose. I bagni sono alla turca e in comune, ma non importa, ci siamo solo noi. Naturalmente una doccia e uno spogliatoio è riservata solo a Marilena. 

                  Conosciamo Kaby (alias KKK) e con lui andiamo a incontrare il rappresentante del Rettore. Sono gentili e ci invitano nel club dei professori. Ci fanno vedere le strutture sportive  (rugby, piscina ecc) ci mostrano i laboratori e ci mettono a disposizione per una cifra tutto sommato modica, un loro pulmino per poterci muovere liberamente e arrivare magari fino alla Namibia o , verso il nord, al confine con il Botswana.

                  Si guida a sinistra e le strade sono decenti. Molte sono in costruzione ed in ampliamento. L’elezione di Mandela l’anno precedente ha calmato la maggioranza di colore, ma ha acceso l’odio dei bianchi e ampliata l’apartheid. L’odio si respira in tutta la città, nei ristoranti, nei market, nelle birrerie. 

                  Capitiamo in una di queste, una sera. Kaby sceglie di sedersi dove ci sono 10 posti liberi. Lui si siede al centro. Accanto gli sta Marilena , sarda , abbronzata , coi capelli scuri. Io, pure abbronzato, alla sinistra di Kaby. Kaby è alto più di 1,90 m e di fronte ha un armadio, forse un giocatore di rugby boero, occhi chiari, biondo, baffi foltissimi, 1,90 m anche lui. Nessuno ha il coraggio di parlare. Negli sguardi si lanciano coltelli appuntiti,  al punto che vengo preso da conati di vomito  e mi sposto non senza aver sentito un francese che chiede a Kaby  se l’indomani può accompagnare una comitiva di francesi. Kaby non si scompone , sa benissimo di essere stato scambiato per l’autista del nostro gruppo e continua a fissare il dirimpettaio. Nella gara di sguardi , c’è anche una guerra di alcool, a chi beve più birra. Interrompo io la sfida chiedendo di essere riaccompagnato al residence. Fatichiamo a sradicare Kaby, ma allontanandoci, quasi in coro e in modo “vagamente” canzonatorio salutiamo il dirimpettaio con un gioioso Good bye! 

                  L’indomani ci aspetta la vista alla miniera di Elansrand , tristamente famosa per il gran numero di morti.

LA MINIERA 

                  Andremo a 3600 e passa metri di profondità e siamo curiosi di vedere l’organizzazione della miniera tra le più famose e complesse del mondo. Ci lavorano 4000 persone 

                  Ci arriviamo di mattina presto. Ci sono tante formalità da sbrigare e c’è anche un piccolo addestramento cui siamo sottoposti. D’altra parte è una miniera d’oro e bisogna combattere i…. furbetti. Ma la miniera , e quella di Elansrand in modo particolare, è un luogo molto pericoloso. La direzione , richiede agli ospiti di fare una specie di testamento  e di  indicare i nomi e le coordinate  a cui rivolgersi in caso di incidente o di morte 

                  Naturalmente in calce c’è scritto che la direzione declina ogni responsabilità.

                  Vado alla cabina telefonica e telefono a mia moglie . Sto bene!

                  Ero pronto.

                  Dovete sapere che una miniera è una costruzione a testa in giù:   vuoti, pilastri, solette. Tutto è complicato però dalle condizioni di lavoro. 

                  La ventilazione prima di tutto: occorre che si mandi aria a 3500 metri in profondità e quindi si stabiliscono diversi pozzi per consentire una ventilazione che per piccole profondità può essere naturale ma per grandi profondità occorre forzare verso il basso. Non solo, ma occorre che quest’aria non abbia temperatura superiore ai 35 gradi. Poiché il gradiente geotermico è di circa 3  gradi ogni 100 metri , già a mille metri di profondità si avrebbe , considerando la temperatura esterna , intorno a 60 gradi Celsius. Temperatura che non può essere sopportata, per cui occorre refrigerare l’aria. Ogni 750-800 metri c’è una stazione frigorifera e un sistema che immette nelle parti più basse, aria fredda , intorno a 0 gradi , che inevitabilmente si  riscalda più o meno con lo stesso gradiente. 

                  La cabina dell’ascensore può portare al massimo 100 persone, stipate al punto tale che se uno dovesse svenire resterebbe in piedi. E così avviene per una graziosa giornalista venuta da Pretoria : sviene (teatralmente) e rimane appesa come un baccalà al vice direttore della miniera. 

                  Un ‘ulteriore difficoltà sta nella velocità di discesa. Trasferire 4000 persone a 3500 metri è una vera e propria impresa. Sapete che un normale ascensore viaggia a 80 cm al secondo. Negli ascensori più evoluti (per esempio nei grattacieli di New York , o nella torre della TV di Toronto o Kuala Lumpur) si arriva a 6 metri al secondo. Qui si viaggia a circa 10 m al secondo. Praticamente  in caduta libera. Prima di partire ci danno una pesante giacca imbottita di lana che ci costringono ad indossare ma a non chiudere. All’accendersi di una lampadina e al corrispondente segnale acustico dobbiamo imbaccuccarci, perché passiamo davanti al refrigeratore e se non lo facciamo corriamo il rischio di una polmonite. Naturalmente i giubbotti sono forniti solo ai dirigenti, rigorosamente di razza bianca.

Elansrand- al livello. – 2598m – Oro 

                  Che ingiustizia però! Direte.  D’altra parte trasferire 4000 persone a 3500 metri  ci vogliono circa 20 ore e non si farebbe in tempo a portarli giù che si dovrebbe portarli su  e inoltre bisogna portare anche i vagoni con il minerale. Per accelerare le operazioni  le gabbie degli ascensori sono doppie : trasportano il materiale nel cestello basso e il personale  in quello alto. Poco tempo prima che noi arrivassimo era stato costruito un nuovo pozzo a qualche centinaio di metri di distanza. 

                  E vero è ingiusto per i lavoratori neri, ma per prevenire polmoniti, i lavoratori dormono a 2598 m di profondità: ciascuno di loro  può godere di un comodissimo loculo attrezzato di tutto punto (addirittura l’abatjour, ma senza materasso!) e lì vicino  possono vedere la TV e studiare (Conquista ottenuta da Nelson Mandela, già il giorno dopo la sua elezione ). Hanno addirittura un bagno ogni 10.

Elansrand – Minatori a scuola a -2598m – Miniera oro 

La domenica possono tornare su se vogliono o, sempre se vogliono (spesso sono già ammalati) possono farsi sostituire da qualche altro componente della famiglia. Il contratto di lavoro è infatti “familiare”. In compenso la famiglia sforna figli , ma possiede anche una casetta con tutti i confort (soprattutto la TV) un campo da rugby , uno di calcio in comune dove tutti insieme possono continuamente  a cantare la SHOSHOLOZA, l’inno nazionale

Dio benedica l’Africa,

possa la sua gloria  innalzarsi

ascolta la nostra richiesta 

Dio benedici noi e i nostri figli,

proteggi i nostri figli

proteggi , proteggi il nostro Paese

Proteggi il Sud Africa, 

Dal blu dei nostri cieli 

Dalle profondità dei nostri oceani

alle eterne nostre montagne….

                  Il percorso di avvicinamento alla tappa intermedia dei 2598 metri  avviene in 5 minuti, producendoti , quando va bene, un buco nello stomaco . 5 minuti di discesa a piombo senza respirare, con persone che svengono (nessuno di noi), e in più quando tutto sembra finito, la gabbia  a forma di ogiva come un proiettile sparato in una canna di fucile lunga 2598 metri, e tenuta da un cavo da mille trefoli di acciaio inevitabilmente elastico, prima di fermarsi al piano, fa un movimento tipo yo-yo, con un’escursione di qualche metro. Un nero di piccola statura apre  la serranda che riveste in parte l’ogiva e salta al piano aspettando il momento propizio; dall’esterno aziona quindi un freno che blocca la gabbia e così tutti possono uscire comodamente. Ma non è finito! Lì tutti ci salutano: Avremmo dovuto passare una  frontiera sotterranea , si passa dalla proprietà inglese alla proprietà boera. Dai servizi , inglesi, alla produzione, non a caso affidata ai discendenti dei boeri.

                  Ci immergiamo nella miniera vera . 

                  Gli spazi si stringono . Il giacimento cambia direzione, le rocce sono sempre meno resistenti. Il giacimento d’oro più grande del mondo ha nel sottosuolo un andamento circa semisferico. La porzione attualmente in coltivazione è quella che va dalla parte verticale a quella finale orizzontale . 

                  Il banco mineralizzato, lì ,  ha uno spessore di circa 60 centimetri ed è inclinato di circa 60 gradi. 


Elansrand – Banco in coltivazione- Miniera d’oro

La domenica possono tornare su se vogliono o, sempre se vogliono (spesso sono già ammalati) possono farsi sostituire da qualche altro componente della famiglia. Il contratto di lavoro è infatti “familiare”. In compenso la famiglia sforna figli , ma possiede anche una casetta con tutti i confort (soprattutto la TV) un campo da rugby , uno di calcio in comune dove tutti insieme possono continuamente  a cantare la SHOSHOLOZA, l’inno nazionale

Dio benedica l’Africa,

possa la sua gloria  innalzarsi

ascolta la nostra richiesta 

Dio benedici noi e i nostri figli,

proteggi i nostri figli

proteggi , proteggi il nostro Paese

Proteggi il Sud Africa, 

Dal blu dei nostri cieli 

Dalle profondità dei nostri oceani

alle eterne nostre montagne….

                  Il percorso di avvicinamento alla tappa intermedia dei 2598 metri  avviene in 5 minuti, producendoti , quando va bene, un buco nello stomaco . 5 minuti di discesa a piombo senza respirare, con persone che svengono (nessuno di noi), e in più quando tutto sembra finito, la gabbia  a forma di ogiva come un proiettile sparato in una canna di fucile lunga 2598 metri, e tenuta da un cavo da mille trefoli di acciaio inevitabilmente elastico, prima di fermarsi al piano, fa un movimento tipo yo-yo, con un’escursione di qualche metro. Un nero di piccola statura apre  la serranda che riveste in parte l’ogiva e salta al piano aspettando il momento propizio; dall’esterno aziona quindi un freno che blocca la gabbia e così tutti possono uscire comodamente. Ma non è finito! Lì tutti ci salutano: Avremmo dovuto passare una  frontiera sotterranea , si passa dalla proprietà inglese alla proprietà boera. Dai servizi , inglesi, alla produzione, non a caso affidata ai discendenti dei boeri.

                  Ci immergiamo nella miniera vera . 

                  Gli spazi si stringono . Il giacimento cambia direzione, le rocce sono sempre meno resistenti. Il giacimento d’oro più grande del mondo ha nel sottosuolo un andamento circa semisferico. La porzione attualmente in coltivazione è quella che va dalla parte verticale a quella finale orizzontale . 

                  Il banco mineralizzato, lì ,  ha uno spessore di circa 60 centimetri ed è inclinato di circa 60 gradi. 

The big hole  Kimberly – diamanti

                  L’adrenalina è a cubetti nelle nostre vene. La vista è spettacolare. Il lago sul fondo gli da un fascino particolare. Entriamo anche nel museo e ci divertiamo a cercare diamanti in un metro cubo di materiale sterile -. Naturalmente non ne troviamo, ma riceviamo un attestato di cercatore di diamanti. Ci scateniamo però a fare fotografie che poi faremo vedere agli studenti. Nel  pomeriggio ci dirigiamo verso la nostra miniera. 

                  Una miniera di Rame e Zinco, in  tracciamento

                  Ci attende l’ing. Roberts , inglese. Alloggeremo nella loro foresteria . L’aria è già diversa, siamo ad un passo dalla Namibia e già si intravedono i colori  del deserto e del cielo. Il cielo in Sud Africa e in particolare nella parte Nord Ovest cambia colore repentinamente : dal blu al rosso acceso, a indaco e la notte cala all’improvviso. Ci accoglie il vice direttore della miniera.

                  Andiamo a cena nel club, dove si respira un’aria di altri tempi. Una Mamie serve ai tavoli , un po’ brontolona se uno non mangia volentieri quello lei stessa ha preparato. Prepara la zebra in umido. I commensali sono contenti di mangiare la zebra : sono tutti tifosi del Torino.  C’è posto anche per un whisky.                   Domani è un altro giorno!

                  Siamo svegli presto per vedere la nuova miniera e siamo molto curiosi .Le ricerche geologiche , giacimentologiche e geofisiche affascinano me e Federico. Ma anche le  tecniche di scavo che si intende utilizzare. Non capita tutti i giorni di vedere impiantare una miniera

                  Nel pomeriggio il vice direttore ci illustra in una saletta le caratteristiche della miniera, la produzione attesa  e le tecniche di sicurezza. Facciamo la solita collezione di diapositive da far vedere agli studenti

SOWETO

                  Ripartiamo il giorno dopo. Ci ripromettiamo di metterci in marcia attorno alle 2 , dopo pranzo. 

                  Seduto al tavolo del direttore parlo della nostra esperienza e nel ringraziarlo dell’accoglienza e dell’ospitalità gli dico che questa sera a Johannesburg  abbiamo appuntamento con il Rettore della locale Università. 

                  Lancia come un urlo.  Cosa ? Dovete essere questa sera a Johannesburg?  Dovete correre! Partite ora , partite ora , non potete rischiare  di essere senza luce a Soweto. Vi farebbero a pezzetti e di voi non si saprebbe più nulla. Ci sembrò esagerato, ma facciamo come lui dice , sono quasi 550 chilometri da fare e fa buio alle 20 . Dobbiamo tenere una media di 100 km all’ora, non fermarci neppure a far pipì.

Partiamo. Guida Federico.

Dopo cinque ore vediamo un cartello che ci indica la nostra meta a 30 chilometri Ma cosa è quel cartello?  Lavori in corso ? Oddio , non c’è più la strada davanti , c’è un muro!

Ragazzi tenetevi  non riesco più a governare , non c’è asfalto , è argilla . Ci schiantiamo . 

Federico non toccare il freno perché scivoliamo!

Federico sterza 50 metri prima del muro , facciamo due giri . Andiamo nell’altra corsia. Un TIR! , c’è un TIR nell’altra corsia . Rallenta porco!

                  Faccio una preghiera, l’ultima!

                  Bummm! Ci schiantiamo. Non è così terribile morire!

                  Ma non siamo morti , siamo finiti contro un palo che indica attraversamento animali. 

                  Tutti giù a baciare la terra . Io no,  sto in fondo al pullmino  ancora inebetito! Cala la notte. Guardo il cartello ricurvo, Cosa sono quelle stelline ? Devo aver battuto la testa! Stropiccio gli occhi , mah, mah,  ma non sono stelline . Sono gli occhi di giovani neri! 

                  Siamo a Soweto! Un mare di luccichii , sono centinaia !

                  Urlo : Ragazzi salite e scappiamo. Si ammucchiano ma obbediscono, Federico guarda le condizioni della macchina: il radiatore perde e una ruota sibila per una foratura 

                  Partiamo ugualmente a gran carriera 

                  La macchina zoppa arriva al nostro residence, inservibile. Ci abbracciamo commossi.

                  Vado a telefonare a mia moglie. Sto bene!

                  Avendo saltato il pranzo e avendo vissuto tante emozioni c’è molto appetito. In sei (i più giovani preferiscono andare a dormire) andiamo a cenare al centro. Non possiamo usare l’auto perché inservibile e nessuno ha voglia di cambiare una ruota di notte.  Ci ricordiamo di una pizzeria intravista a circa 6-700 metri dal residence.        Decidiamo di andarci a piedi.  La troviamo aperta. Il proprietario è un ex coiffeur di Pescara andato laggiù un po’ per qualche peccato da farsi perdonare, un po’ per fare soldi. Certo è che la pizza è veramente terribile . L’avrà condita con lo shampoo! Ci serve comunque per sdrammatizzare e stiamo in allegria.  Vado  a pagare il conto  (lui è  abbracciato ad una avvenente ragazzina nera, avrà avuto 16 anni,  non sudafricana), lo salutiamo e ci avviamo verso la porta.   

                  Professore, ma dove siete alloggiati ?, mi chiede . Al Residence dell’Università .

                  Che macchina avete ? No siamo a piedi.

                  A piedi?????? Ma siete matti ????? 

                  Perchè???

                  Guardate, qui proprio davanti al ristorante questa mattina sono passati quelli della brigata arancione, un gruppo di esaltati nazisti che evidentemente ubriachi  hanno sparato una raffica di mitra contro un ragazzo nero e lo hanno ammazzato . Ora stiamo attendendo la reazione dei neri. E’ meglio per voi non andare in giro. Non ha neppure finito di dirlo che si vede una macchina scura da cui scendono tre marcantoni neri con bastoni e si dirigono verso il locale. Il proprietario corre alla porta e la spranga , va alla cassa e tira fuori una P 38 . Noi ci nascondiamo sotto il tavolo e cominciamo a tremare e a pregare timorosi e in silenzio. I tre malintenzionati sbattono i pugni sulla porta a vetri e all’interno il proprietario chiama la security . Che arriva in meno di un minuto.  I tre fuggono e noi seguiamo il proprietario della pizzeria che ci offe un passaggio. Nella Mercedes entriamo in 8 , noi 6 , il pizzaiolo e la ragazzina di colore.                  

                  E’ stato  gentile fino alla fine e  addirittura sale su per vedere se nel residence ci sia qualche malintenzionato. No, è tutto tranquillo e lo ringraziamo.

                  Chiamo mia moglie e le dico: sto bene!

WINKELHAAK

Finalmente! La miniera di diamanti!  La più grande del mondo in attività. Ci riceve un geologo italiano , una persona  rispettata e temuta e…. ricchissimo . 

Il protocollo prevede  la vestizione con abiti  che ci forniscono loro a cominciare dalle mutande. I nostri vengono sequestrati fino alla fine della visita.

                  Per incoraggiarci ci fanno spogliare e ci danno una maglietta con su scritto Winkelhaak Mine . A mine with 50 days accident free . 50 giorni senza incidenti mortali era già un record, ma noi eravamo al 51 mo . Speriamo di battere il record.

                  La nostra frenesia non va delusa. Le tecniche di scavo ci affascinano,  come i sistemi di sicurezza. Giganteschi skrapers fanno la spola dal grande vuoto al pozzo. Riusciamo anche a vedere dal basso 1800 metri di vuoto . Impressionante! All’uscita ci fanno una radiografia, restituiamo le mutande, le scarpe , le calze e i  vestiti che ci avevano costretto ad indossare e ci lasciano nudi a vestirci con i nostri panni. Ai lavoratori neri , ogni giorno viene fatta una radiografia, da anni. Vivranno a lungo?

Winkelhaak Mine- Vestizione- Diamanti 

THABAZIMBI 

                  Non credo che abbiate mai sentito parlare di questa cittadina del Sud Africa. E’ invece una città famosa, perché è piena di meraviglie . 

                  Innanzitutto c’è il più grande giacimento di ferro del mondo, coltivato secondo la tecnica del glory hole. Uno scavo circolare animato da bestioni che trasportano il minerale lungo la rampa lunghissima . L’imbuto ha un diametro di 2 chilometri e dall’alto è impressionante: sarà profondo 300 metri, ma è in predicato per arrivare ai 1000. In pratica  hanno fatto fuori una montagna. 

                  E poi vicino c’è una delle più belle riserve naturali, dove tra l’altro avremmo alloggiato. 

                  Da Johannesburg a Pretoria ci impieghiamo poco tempo, forse un ‘ora o  poco più . e circa due per arrivare a Thabazimbi . Andiamo subito a vedere la grande miniera. Incontriamo il direttore  e facciamo addirittura un giro su quelle enormi macchine, i Dampers Daiatsu . Un’altra esperienza emozionante in questa Africa, appena svegliata da un incubo, ma non ancora guarita. 

                  Ci meritiamo il lungo riposo  al Lodge nella savana. Ci assegnano i bungalow . Io e Mauro ci sistemiamo nello stesso bungalow . Obbediamo agli ordini affissi alla porta : non lasciate le porte aperte potreste essere derubati dalle scimmie! Chiudiamo le porte e andiamo a mangiare. 

                  Lo “chef” ha  preparato tutto alla brace. 

Thabazimbi – Kudù alla brace

                  Dopo il  Biltong, carne secca e piccante dataci per  aperitivo,  un buon filetto di Kudu con bacche di ginepro(?) Peperoni di ogni foggia, colore e misura. Una sorta di pane fatto di mais e birra locale. Frutta e poi liquori a volontà come la crema di Amarula, o un brandy o un vino dolce. Finiamo per cantare ‘o sole mio in afrikaans  

                  Andiamo a letto stanchi e ubriachi .  Stesi sui letti guardiamo il soffitto. 

                  Mauro cosa sono quegli animaletti appesi al soffitto ?

                  Sembrano scorpioni . 

                  Pensi?  

                  Ci dormimmo su .

                  Di mattina sono svegliato da un angelo biondo (un angelo biondo in Africa?). Seduta sul mio letto  mi tocca la gamba ammiccante: la colazione è servita!

Thabazimbi lodge nella savana
Thabazimbi – Rinoceronti in casa

                  Sveglio Mauro . chissà se anche lui è stato invitato. Magari gli scorpioni ci hanno punto stanotte e ora siamo in Paradiso! Siamo velocissimi nel prepararci . Apro la porta e davanti a me non c’è l’angelo ma tre rinoceronti. Una famigliola. Rimango senza fiato . li fotografo e poi mi accorgo che sono loro ad aver paura di me. Proteggono il piccolo dandogli colpi di sedere. 

                  L’angelo esiste davvero però e lì c’era il Paradiso per davvero . Il Mal d’Africa incomincia a invaderci. Dopo il giro nella savana , con Giraffe , Impala , Antilopi, pensiamo di andare a Gaborone , capitale del Botswana a un’ora da noi. 

                  L’angelo biondo ci dice : non vi conviene . Lì hanno trovato i diamanti. 

                  E con ciò?

                  Ormai è il Far west  e potreste trovarvi al centro di una sparatoria. 

                  Da Thabazimbi ci dirigiamo alla miniera di Rame di Palabhora. Immensa . Una voragine di oltre un chilometro con rampe dove circolano Dampers alti più di 6 metri. Il tenore di rame è altissimo , ma c’è associato anche il platino. Ci saluta Kaby : è stato fantastico.

                  Ritorniamo a Johannesburg per vedere il museo etnografico dove viene raccontata la storia di Nelson Mandela e della emancipazione del popolo nero.  

                  Alcuni si trattengono altri quattro giorni per visitare il Kruger park, Beati!

                  Ritorniamo alla spicciolata in italia. 

                  Viene mia moglie a prendermi in aeroporto assieme alla mia paperina .

                  Mi bacia e mi chiede : Stai Bene ?

                  Si. Ora sto bene, sul serio.

Johannesburg – Club Bianchi 

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