BELVI’, Il successo dell’Hotel Edera. Marianna Cadau: “Ospitalità, cucina a chilometri zero e ambiente i nostri segreti”

Gli anni ‘70 hanno segnato un’epoca di emigrazione dalla Sardegna verso lidi più prosperi nella Penisola e nel Nord Europa in particolare.

Anche Belvì, vide partire tanti suoi giovani figli, in cerca di fortuna, lontano da queste verdeggianti valli.

Giovanni Cadau e sua moglie Vittoria Casta erano solamente due novelli sposi con una valigia piena di sogni, come quello di tornare un giorno in Barbagia costruendo qui il loro futuro.

E a Monthey, cittadina svizzera del Canton Vallese, si instaurarono per ben 20 anni lavorando in vari ambiti economici locali. Nel 1982 il richiamo della terra natia, li riporta al paese, dove decidono di investire i propri risparmi in una nuova attività.

Nacque così il primo bar-pizzeria L’Edera, predisposto su unico piano, nell’attuale stabile di via Roma. Per il territorio è una novità assoluta, gli affari vanno bene e così nel 1983, al piano terra, prende forma pure il ristorante.

Un percorso graduale insomma, che porta all’apertura, nel 1987, dell’albergo al terzo piano, ulteriore tassello dell’intraprendenza dei due coniugi.

Da diversi anni, il testimone di albergo e ristorante è passato alla figlia Marianna, forte dei decenni di gavetta tra sala, cucina, bar e pernottamenti. A supportarla oltre ai padri fondatori, il marito Bastiano Pranteddu e delle professionalità zonali.   

A rendere unico questo grazioso angolo, il calore con cui viene accolto il visitatore, facendolo sentire come a casa. Ma soprattutto, la genuinità dei cibi e il contesto in cui è ubicata la struttura. Le 12 camere che la compongono (impreziosite dall’artigianato nostrano) si aprono con un’ampia veduta sul tacco calcareo di “Pitz’e Pranu”e i boschi che si diramano fino Tonara e ai monti del Gennargentu

Inoltre, non lontano dal borgo, nel castagneto di “Nelca”, un vero e proprio distaccamento della casa madre, con (a richiesta) appositi pranzi e ricevimenti, anche grazie all’appoggio di una piccola baita in pietra e ai degli spaziosi tavoli.

“Abbiamo la fortuna di vivere e lavorare in uno degli angoli più belli della nostra isola – spiega Marianna Cadau qua si respira una quotidianità fatta di calma e relax, dove il visitatore può rigenerarsi staccando la spina dai contesti più frenetici.”

“L’intuizione dei mie cari si è rivelata vincente nonostante le difficoltà tipiche del percorso – prosegue – I consigli dei colleghi e amici aritzesi Ninni Paba e “Chiricheddu”, sono stati poi fondamentali. Una marcia in più che ci permise di partire nel settore. Così come, indimenticabili furono quelli di Piero Curreli, primo e nostro indimenticabile cuoco.”

Marianna è una fonte di ricordi e annedotti che traspaiono dalla sua semplicità e amore per un lavoro che in fondo è un’arte: “La qualità è importantissima, così come valorizzare le nostre eccellenze. Tuttora mi dedico ad intervistare gli anziani del paese, per riscoprire quei sapori andati perduti, riproponendoli poi nel nostro menù. La minestra di trote e  castagne, un tempo usata come ricostituente, ne è un esempio. I clienti rimango stupiti da questa cucina delle nonne, ormai rara.”

E non è di certo un caso se, nella parete, della sala adiacente il grande e caratteristico camino, appaiano, fra i diversi riconoscimenti, quello di “locale storico della Sardegna” ricevuto dalla Regione nel 2013.

O il più recente, della vittoria alla “Kermesse del Gusto” di Gesico,con il piatto “Sapori e Profumi di Montagna”, a base di lumache e prodotti del bosco.

Ma la promozione per Marianna, non si ferma solamente a tavola, dove spiccano anche i dolci tipici come i “Caschettes”, “Buconettes” e il torrone prodotto secondo tradizione, dal consorte Bastiano, ideatore anche di un delizioso semifreddo che rivisita l’antico dolce in chiave nuova.

I pranzi con i pastori e le escursioni nei paesaggi circostanti, sono quell’anello in più, che fanno dell’Edera un modello turistico multitasking, apprezzato anche al di fuori dei confini regionali.

“Sono diverse le prenotazioni nazionali ed estere – conferma Marianna a testimonianza di quanto il territorio attragga. Cerchiamo di andare incontro a tutte le fasce raccontando una terra antica, la Barbagia, che merita tanto.”

“Grazie al sostegno di esperte guide ambientali – prosegue – organizziamo appositi tour a Punta la Marmora, sulle restanti aree del Gennargentu, ma anche al Lago di Gusana dove è possibile apprezzare il paesaggio in canoa.”

Insomma, l’Edera è un work in progress continuo, con un attento sguardo al futuro e alle nuove generazioni di “Casa Cadau-Pranteddu” che un giorno proseguiranno il  cammino.

Le figlie Elisabetta (26 anni) e Francesca (24) sono infatti già a lavoro per il domani che verrà: la prima maturando in Francia esperienze del settore, la seconda studiando presso la facoltà di Economia del Turismo all’Università di Olbia, non mancando di aiutare la madre nei fine settimana.

Anche Beatrice, piccola di casa, nonostante i soli 6 anni di età, mostra già interesse per “l’arte dell’ospitalità” intrattenendo i clienti o apparecchiando i tavoli.

 “Viviamo la quotidianità guardando al presente e alle mete da percorrere nei prossimi anni, non scordandoci mai delle nostre radici – conclude Marianna, mentre osserva orgogliosa le foto degli avi – Sono quelle che muovono i nostri sentimenti e idee.”

Dunque, alla prossima puntata, con l’Edera protagonista!

Giorgio Ignazio Onano

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